venerdì 28 dicembre 2007
mercoledì 26 dicembre 2007
Tsunami... 3 Anni Dopo
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martedì 25 dicembre 2007
lunedì 24 dicembre 2007
GRAZIE RAGAZZI
Grazie di cuore ai fratellastri fabri e lore, al nostro rappresentante nick, al vecchio cazzaro e nuovo "cippatore" otta, al fido bavieca e al popanzio...
Non vi dico che mi avete commosso sennò vi montate la testa ma GRAZIE DI CUORE dal provolone!!...
domenica 23 dicembre 2007
Don't concentrate on the finger, or you will miss all the heavenly glory
La differenza tra un mafioso e un Onesto non la deve fare la mancanza di un timbro su un' ordinanza come l' integrazione di qualche fattispecie penalistica.
sabato 22 dicembre 2007
Corri Ragazzo... Corri...
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Le sue protesi gli danno un vantaggio troppo grande, e quindi con ogni probabilità, il quattrocentista sudafricano privo di parte delle gambe (dal ginocchio in giù), non potrà correre all'Olimpiade di Pechino con i cosidetti normodotati.
Chi tocca i fili, muore.
venerdì 21 dicembre 2007
Sodoma e Gomorra
Il supermarket dei senatori che ha innescato l’ennesima accusa di corruzione a Silvio Berlusconi s’inserisce perfettamente nella nuova stagione politica delle “larghe intese”, ultimo approdo della commedia all’italiana, a cura di Castellano & Pipolo. Titolo: “Ok il prezzo è giusto” o “Chi vuol esser milionario”. Personaggi e interpreti, in ordine di apparizione.
Berlusconi Silvio, il capocomico
Un tempo si comprava Craxi e quello gli faceva due decreti salva-tv più la legge Mammì. Si comprava il giudice Metta e quello gli regalava la Mondadori. I suoi manager si compravano la Guardia di Finanza (a sua insaputa, s’intende) e quella chiudeva un occhio, anzi due sui bilanci del gruppo. E si compravano pure l’avvocato inglese David Mills (senza dirgli nulla, si capisce) perché testimoniasse il falso nei processi a suo carico. Il grande venditore era anche un formidabile compratore: mostrava il libretto degli assegni, diceva “scriva lei la cifra”, e di solito funzionava. Ora, per dire com’è ridotto, telefona ad Agostino Saccà perché “sollevi il morale del Capo” sistemandogli certe “attrici” (ieri l’ometto le ha definite “artiste discriminate perché non di sinistra”, insomma ideologhe anticomuniste, un po’ come quelle che sedevano sulle sue ginocchia nel parco di Villa Certosa). Una, fra l’altro (“la Evelina”) sarebbe amica di un senatore dell’Unione “che mi può essere utile per far cadere il governo Prodi”. E il governo non cade. Allora corteggia e coccola un senatore dell’Oceania, promettendogli un posto nel suo eventuale, prossimo governo (il famoso “sottosegretariato all’Australia”), e la piazza numero 2 nelle liste nazionali di Forza Italia (o come diavolo si chiama adesso) alle presunte elezioni anticipate. Il tutto con la stessa credibilità con cui Totò si vendeva la fontana di Trevi all’italoamericano Decio Cavallo, che lui chiamava Caciocavallo. Solo che, diversamente, da Decio Cavallo, il senatore Randazzo non abbocca e lo manda a stendere, inseguito comunque dal povero Cavaliere che gli promette addirittura “un contratto”, millanta “ho con me Dini e i suoi” e lo implora in ginocchio: “Mi basta anche soltanto una piccola assenza…”. Poveretto, come s’offre.
Randazzo Nino, l’antagonista
L’uomo che resiste impavido (e inedito) alle profferte del Grande Compratore è un vecchio giornalista italoaustraliano d’altri tempi, che dinanzi ai contratti e alle promesse risponde: “Io sono stato eletto col centrosinistra e dunque resto fedele al centrosinistra perché ho una mia moralità”. Alla parola “moralità”, il Cavaliere chiama Bonaiuti e chiede un dizionario: dev’essere un termine australiano, comunque arcaico. Poi capisce che non c’è nulla da fare:la lunga permanenza all’estero deve aver guastato il senatore, non troppo aggiornato sulle prassi più recenti della nostra politica. Affranto per cotanto affronto, il Cavaliere ripiega sugli italiani doc.
Nick Scavi, il buttadentro
Imprenditore australiano, si materializza alle spalle di Randazzo un giorno che questo sta passeggiando alla galleria Alberto Sordi, a Roma. Da quel momento diventa il suo angelo custode, gentile omaggio del Cavaliere: “Voglio offrirti la possibilità di diventare milionario”, gli dice, e pare gli mostri un assegno in bianco accompagnato dalla frase: “Scrivi tu la cifra, fino a 2 milioni”. Il suo ruolo è simile a quello delle ragazze buttadentro che accalappiano i giovanotti davanti alle discoteche. Ma Randazzo, tetragono, resiste anche alle sue sirene.
Saccà Agostino, la spalla.
Calabrese, giornalista (chi non lo è?), craxiano, poi forzista, poi dalemiano, poi di nuovo forzista (“voto Forza Italia come tutta la mia famiglia”), nel 2002 fu l’esecutore materiale dell’editto bulgaro del Capo contro Biagi, Santoro e Luttazzi. Da allora si garantì una serena vecchiaia. Da direttore generale dovettero cacciarlo perché in un anno la sua Rai aveva perso 4 punti di share su Mediaset: sull’onda dell’ entusiasmo, era andato anche oltre il mandato ricevuto. Ma lo sistemarono a Raifiction, una specie di grotta di Alì Babà piena d’oro, che lui amministra da par suo con gli amici degli amici. Ultimamente, mentre partecipava alla campagna acquisti berlusconiana dei senatori e preparava la fiction sul Barbarossa (“Bossi non fa che parlarmene”, insisteva il Cavaliere), si spacciava per veltroniano: pare che nei corridoi della Rai, per essere credibile, pronunciasse solo parole che iniziano con la w: walter, wafer, water, woobinda, wow, woody allen, watussi, wonderbra. Soprattutto wonderbra.
De Gregorio Sergio, il servo furbo
In controtendenza col proliferare in politica di servi sciocchi, il bovino senatore ex socialista, ex forzista, ex democristiano, ex dipietrista, neo forzista ha recuperato la tradizione plautiana del servo furbo. Eletto nel 2006 con l’Italia dei Valori per nobili motivi ideali - un posto da sottosegretario - rimase deluso quando non l’ottenne e cominciò a fare la fronda. Intanto fu indagato a Napoli per certi assegni trovati in mano a un contrabbandiere. E cominciò a votare contro la maggioranza che l’aveva eletto. L’improvvisa sintonia programmatica con la Casa delle libertà fu corroborata dalla promessa berlusconiana di finanziare la sua associazione Italiani nel mondo con 5 milioni di euro l’anno.Con tanto di contratto spedito via fax e addirittura firmato - scrive Repubblica - dall’ingenuo Sandro Bondi.
Fuda Pietro, servitor di due padroni
Calabrese, già forzista, poi margherito, poi numero 2 del Pdm di Loiero, ovviamente indagato per storie di ‘ndrangheta, balzò alle cronache un anno fa per un comma di poche righe che mandava salvi centinaia di pubblici amministratori nei guai con la Corte dei conti per reati contabili. Saccà, suo conterraneo, lo contatta personalmente poi riferisce: “Fuda vuol far sapere al Capo che il suo cuore batte sempre a destra, anche se oggi è costretto a stare a sinistra. Ma se gli toccano gli interessi e le cose sue, darà un aiuto al Cavaliere in Parlamento”. Ecco, anche Fuda c’ha le cose sue.
Bertinotti Fausto, il palo
Anziché allarmarsi per la compravendita si senatori in corso nell’altro ramo del Parlamento, il comunista più amato da Berlusconi, da Vespa e da Mediaset protesta vibratamente con la Procura di Napoli per la “fuga di notizie” e per eventuali “intercettazioni di parlamentari”. Lui non guarda la luna: lui, molto marxisticamente, guarda il dito.
Partito democratico, miglior attore non protagonista
Non ha liberato la Rai dai Saccà e stava per resuscitare Berlusconi per la terza volta con l’”asse per le riforme”. Riusciranno i nostri eroi a rimettere la legge elettorale e la Costituzione nelle mani del Cavaliere, mentre lui gli compra i senatori un tanto al chilo?
Il cosiddetto ministro della Giustizia Mastella ha subito capito qual è il problema: non Berlusconi che si compra i senatori un tanto al chilo, ma i magistrati che l’hanno scoperto e i giornalisti che l’hanno scritto. Diagnosticata la malattia, ecco la cura: «Ho presentato un ddl sulle intercettazioni che ha raccolto ampi consensi alla Camera, ma è fermo al Senato. Se si sblocca, si risolve il problema. Che esiste. Ma non solo quando tocca qualcuno. Se tocca me, nessuno interviene».
Mastella - parlando a margine della presentazione del calendario dell’Associazione per i disturbi alimentari e l’obesità - è coerente. L’altro giorno gli hanno arrestato il 50% della delegazione Udeur al governo: il sottosegretario Verzaschi (l’altro 50% è Mastella). Ora, se i pm non possono più intercettare, i reati non si scoprono più e per l’Udeur è un bel vantaggio. Ma basterebbe pure - come da legge Mastella - impedire ai giornali di scrivere e ai cittadini di sapere.
Così pure Bellachioma può comprarsi i senatori che gli occorrono senza che la cosa si sappia in giro, disturbando fra l’altro il dialogo sulle riforme. Il sen. avv. Guido Calvi, in una memorabile intervista al Corriere, non dice una parola sul capo dell’opposizione che compra senatori di maggioranza. Parole di fuoco, in compenso, per pm e giornalisti: «Ho sempre paura che qualche magistrato, come dire? possa deviare nell’esercizio delle sue funzioni», nel qual caso «il controllo del Csm deve diventare estremamente rigoroso». Poi, si capisce, una bella legge destra-sinistra per silenziare i giornali «prima dell’uso processuale delle intercettazioni», e «punizioni severe a chi sgarra». Tolleranza zero per stampa e toghe. Per Berlusconi no, anzi il dialogo deve proseguire indisturbato: «Credo e spero che questa vicenda giudiziaria resti separata dalla politica». Uno tenta di comprarsi i senatori dell’Unione e l’Unione che fa? «Separa la vicenda giudiziaria dalla politica». Come se la compravendita non fosse avvenuta al Senato, ma al mercato del pesce. Basta parlar d’altro.
È quel che fa Paolo Guzzanti sul Giornale della ditta: che il suo capo compri senatori, dopo aver strillato per 13 anni al «ribaltone», non gli fa né caldo né freddo. Lui preferisce ricordare «quando passeggiavamo con Saccà per chilometri avanti e indietro sulla terrazza del Psi parlando di politica». Che tenero. Anche Littorio Feltri, solitamente così vispo, non ha ben capito qual è la notizia: anziché del Capo che compra senatori, lui parla delle quattro «attrici» raccomandate da Silvio a Saccà. Confessa di essere pure lui un raccomandatore, poi domanda: «Chi non ha raccomandato qualcuno? È un reato?».
Questi signori sono così spudorati da pensare che facciano tutti come loro. Pure Tweed Berty, secondo l’amico Curzi, «è arrabbiato e seriamente preoccupato». Ma non col Cavaliere, anzi: «Berlusconi è un animale politico e sulle riforme è un interlocutore indispensabile». Ce l’ha con la Procura di Napoli che calpesta le «prerogative dei parlamentari sancite dalla Costituzione». Cioè vuol sapere se i pm di Napoli sono impazziti e hanno intercettato Berlusconi. Naturalmente non è così: intercettato era Saccà, non Berlusconi, il quale astutamente usava un cellulare della scorta (perfettamente intercettabile). E poi il Parlamento ha appena massacrato Forleo perché aveva chiesto alle Camere il permesso per usare intercettazioni indirette di parlamentari per indagarli, mentre - han sostenuto destra e sinistra - per indagare D’Alema e Latorre non occorreva alcuna autorizzazione.
Oggi, per Berlusconi (come per Mastella a Catanzaro), han di nuovo cambiato idea: occorre l’ok anche per acquisire tabulati e telefonate. Poi c’è il cosiddetto Garante della Privacy che, come sempre quando c’è di mezzo un Vip, annuncia in tempo reale l’apertura di una pratica: non a tutela del sen. Randazzo, a cui hanno addirittura spiato i conti correnti per stimare il suo eventuale prezzo; ma a tutela di Berlusconi. Il dito indica la luna e tutti guardano il dito.
Fortuna che, a entrare nel merito dei fatti, c’è il Cavaliere. Che, senz’accorgersene, confessa: «Non ho corrotto nessuno, ho solo promesso». purtroppo per il Codice penale la corruzione scatta quando uno «dà o promette denaro» all’incaricato di pubblico servizio. Ma i suoi onorevoli avvocati, con quel che gli costano, non gli hanno spiegato niente?
(Riadattato da: Marco Travaglio)
PER SAPERNE DI PIU' -> Ultimi Aggiornamenti
A vedere a cosa si è ridotta la politica..Al magna magna..Al mercimonio più gretto e bieco..Mi viene il vomito.
Fate schifo anche al fango più lurido, non siete degni nemmeno delle suole delle vostre scarpe.
Auguri!
giovedì 20 dicembre 2007
Lettera di un ex pendolare, obbligato a tornare sui mezzi pubblici
martedì 18 dicembre 2007
NO Alla Pena Di Morte!
A New York, l'assemblea generale dell'Onu ha detto sì alla moratoria contro la pena di morte nel mondo. Con 104 voti a favore, finalmente il mondo ha fatto un grande passo avanti sulla pena di morte! L'iniziativa è stata fortemente sostenuta dall'Italia, che da almeno 13 anni è in prima fila nella battaglia per la cancellazione delle sentenze capitali. Il governo era rappresentato al Palazzo di Vetro (sede dell'Onu) dal ministro degli Esteri e vicepremier, Massimo D'Alema, che in mattinata aveva parlato di «risoluzione di portata storica».
La moratoria è stata approvata nonostante le dichiarazioni di voto contrarie di Antigua e Barbuda, Barbados, Singapore e Nigeria e quella favorevole del rappresentante del Messico. Alla fine i voti a favore sono stati cinque in più rispetto a quanto pronosticabile nelle migliori previsioni. E, soprattutto, è stata superata la soglia «psicologica» dei cento sì che dà al provvedimento maggiore forza, consistenza e fiducia nella probabile (speriamo di si) abolizione.
Il 15 novembre, forte di 99 voti, un documento propedeutico al sì dell'Assemblea era stato approvato dopo due giorni di dibattito che aveva visto schierato contro la proposta un fronte composito, Stati Uniti e alcuni loro avversari storici come Iran, Sudan e Cina. Nelle ultime ore prima del voto definitivo quattro Paesi - Guinea Bissau, Repubblica Democratica del Congo, Kiribati e Palau - avevano sciolto la riserva decidendo di schierarsi per il sì (prima invece propensi a votare no).
L'approvazione della risoluzione per la moratoria contro la pena di morte, che di fatto significa un invito alla «sospensione» di tutte le esecuzioni già programmate e il divieto di infliggerne di nuove da parte dei tribunali, dà l'opportunità di aprire un dibattito, in vista dell'abolizione (alla quale siamo tutti favorevoli). Lo ha detto il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, pochi istanti dopo il sì dell'Onu alla moratoria sulla pena capitale. D'Alema ha parlato anche di «grande soddisfazione» e di «risultato al di là delle aspettative».
Anche il nostro mortadellone Romano Prodi ha accolto con grande entusiasmo la notizia del voto favorevole dell'assemblea: «E' un giorno storico la commozione è intensa». Il capo del governo ha sottolineato che «l’orgoglio dell’Italia è di aver promosso per prima un’iniziativa progressivamente trasformata in una grande coalizione intesa a favorire i diritti dell’uomo». In questo modo, ha sottolineato, «l’Italia ha molto contribuito alla diffusione della pace e giustizia nel mondo. E' un voto storico, grande commozione»
Tutto il mondo politico italiano ha accolto con generale soddisfazione la notizia del sì alla moratoria. Il leader del Partito democratico, Walter Veltroni, ha evidenziato che «il voto dell`Onu rappresenta un risultato importante per l`impegno di tutti coloro che difendono il diritto alla vita». Anche il Cavaliere Silvio Berlusconi, ha parlato di «lunga battaglia per la quale ci siamo impegnati fin dal 1994. Ed è una vittoria storica per tutti i cittadini del mondo».
In 10 stati è in vigore ma solo limitatamente a reati commessi in situazioni eccezionali (ad esempio in tempo di guerra).
30 stati mantengono la pena di morte anche per reati comuni ma di fatto non ne hanno fatto uso per almeno 10 anni.
lunedì 17 dicembre 2007
El Precariato unido siempre serà vencido
La Finanziaria 2007 ha stanziato per l’anno corrente 20 milioni di Euro per il reclutamento straordinario di ricercatori. L’articolo 3 del Decreto legge n. 147 del 7 settembre 2007 (Disposizioni urgenti per l’assunzione di ricercatori) storna i 20 milioni di Euro sul Fondo di Finanziamento Ordinario degli atenei, e l’art. 1 del successivo Decreto ministeriale del 9 ottobre 2007 destina, in regime di cofinanziamento nel limite massimo del 50%, i 20 milioni di euro alle università che presentano al 31.12.2006 un rapporto AF/FFO inferiore al 90%. Pisa è al 90,1%: perde perciò la possibilità di bandire oltre 30 concorsi per ricercatori.
Incurante del problema, o forse sollevato dall’esclusione, il senato accademico prosegue nella politica di autopromozione degli strutturati che ha portato in 12 anni (dal 1995 al 2006) i dipendenti dell’ateneo pisano a crescere di meno del 3% a fronte di una crescita vertiginosa della spesa per gli stipendi, che passa dai 239 miliardi di lire del 1995 ai 240 milioni di euro del 2007. Un incremento le cui proporzioni sembrano difficilmente spiegabili ricorrendo all’argomento consueto degli adeguamenti retributivi.
Nella seduta del 6 novembre 2007 il senato delibera la chiamata per il 2007 di 29 ricercatori vincitori di concorsi banditi nel 2006 (con una solo apparente inversione di tendenza rispetto alla politica pregressa, facilmente spiegabile con l’allora imminente approvazione del d.d.l. Moratti e del paventato conseguente blocco dei concorsi), di 9 associati e di 9 ordinari. Per il 2008 saranno banditi solo gli otto concorsi che l’ateneo deve ai ricercatori in formazione i cui contratti sono in scadenza, in deroga al blocco del reclutamento decretato da Consiglio d’Amministrazione e Senato Accademico con il bilancio di previsione 2007, la cui vigenza è peraltro ribadita.
È di questi giorni la notizia che il Ministero, a fronte della “bocciatura” del decreto del 9 ottobre da parte della Corte dei Conti a causa della illegittimità dell’esclusione dal finanziamento degli atenei “viziosi”, ha ripresentato il decreto riammettendo gli esclusi: per ogni concorso da ricercatore bandito dall’ateneo, il Ministero finanzierà un ulteriore posto da ricercatore. Per intercettare, dunque, il finanziamento straordinario, l’ateneo pisano dovrebbe superare il blocco totale del turn-over destinando le risorse reperibili al reclutamento. Oggi i fondi destinati al reclutamento si duplicano; la destinazione di ogni euro ad altri scopi (ad esempio alle chiamate degli idonei) priva l’ateneo della disponibilità di un euro ulteriore, arrecando ad esso un danno evidente e non giustificabile.
La condizione della Facoltà di Giurisprudenza si distingue, in questo contesto, per la sua particolare gravità. Nessuno dei 35 concorsi per ricercatori banditi nel 2006 dall’Università di Pisa è destinato alla nostra facoltà. E nessuno dei 29 ricercatori che saranno chiamati nel 2007 approderà a Giurisprudenza; a dire il vero, l’ultimo concorso per ricercatore del quale ha beneficiato la Facoltà risale all’aprile 2005 (settore IUS/13).
Ma non è ancora tutto. La finanziaria per il 2008, all’art. 145, comma 10 del testo fin qui licenziato dal Senato, impedisce alle università e agli enti di ricerca di avvalersi di contratti di lavoro flessibile i cui costi siano a carico dei bilanci di funzionamento degli enti o del Fondo di finanziamento degli enti o del Fondo di finanziamento ordinario. Non è difficile constatare che larga parte del personale non strutturato della Facoltà che è quotidianamente impiegato in attività di ricerca e didattica, spesso in sostituzione del personale strutturato, vive – nella migliore delle ipotesi – di tali contratti.
Dunque, l’alternativa appare netta ed evidente: o di noi non c’è bisogno, e non sarà difficile verificarlo, oppure il nostro contributo alle attività scientifiche e didattiche della Facoltà è essenziale, e dunque è necessario procedere al reclutamento predisponendo a tal fine una programmazione coerente e razionale.
Per questa ragione chiediamo al Preside della Facoltà, agli ordinari, agli associati, ed ai ricercatori tutti di darci su questo una risposta definitiva, che consenta a quelli di noi che ancora ne hanno le risorse di mettere a frutto altrove le competenze maturate in lunghi anni di attività scientifica e didattica.
L’assemblea dei lavoratori precari della ricerca
e della didattica della Facoltà di Giurisprudenza
Calciatore? Almeno 2 miliardi di euro all' anno, con MasterCard!
Velina? Qualche centinaia di migliaia di euro all' anno, con MasterCard!
Essere Laureati e Dottori con contratti a rinnovamento quasi mensile non garantito a meno di 800e al mese, non ha prezzo!
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venerdì 14 dicembre 2007
Nessun dorma
mercoledì 12 dicembre 2007
Morti Bianche...
La politica, tra follie e successi
Il modello tedesco è sempre il migliore?Non in questo caso!
Se un sedicenne tedesco comprerà un bratwurst a una coetanea e poi tenterà di baciarla, rischierà di commettere un reato penale. Non tanto per via della salsiccia, ma per il fatto che una legge in discussione al Bundestag, il Parlamento della Germania, interviene pesantemente sui comportamenti sessuali, ma anche sulle semplici effusioni, dei teenager. Il progetto sta suscitando critiche e opposizioni fortissime, al punto che ha mandato in confusione il governo di Angela Merkel: sul provvedimento i deputati dovevano votare domani, ma la coalizione cristiano-socialdemocratica, di fronte alle proteste, ieri pomeriggio ha deciso di rinviare tutto.
La vicenda nasce da una direttiva- cornice dell'Unione europea che impone ai Paesi membri di adeguare le legislazioni alla lotta contro la prostituzione giovanile e la pornografia infantile. La ministra della Giustizia tedesca, Brigitte Zypris, socialdemocratica, ha dunque preparato un progetto per mettere il Paese in linea con le indicazioni di Bruxelles e cercare di creare ostacoli allo sfruttamento sessuale dei minori. La novità più importante sta nel fatto che la legge in questione prevede di abbassare l'età in cui si è punibili penalmente da 18 a 16 anni nei casi di prestazioni sessuali (ma anche effusioni spinte) nelle quali intervenga qualche forma di compenso materiale. A legislazione vigente, se un maggiorenne (o una maggiorenne, ovviamente) «adesca» una minorenne usando denaro o un regalo è perseguibile. Con le nuove norme, l'età viene abbassata di due anni, con il risultato che nel rapporto tra ragazzi viene gettata la minaccia concreta del reato penale. Se la legge passasse, due sedicenni, per esempio, dovrebbero guardarsi da se stessi ma, probabilmente, soprattutto dalla non impensabile reazione di genitori contrari alle effusioni di uno dei due teenager.
Si aprirebbero le porte a ingerenze senza fine. Secondo l'ex giudice federale Wolfgang Neskovic, del partito Die Linke (Sinistra), la riforma «criminalizza il corteggiamento dei teenager», che finora è stato libero. Jerzy Montag, rappresentante dei Verdi, dice che il progetto è ambiguo perché non chiarisce se un giovane si rende colpevole di un reato quando invita a cena o al cinema una ragazza nella speranza di un «avvicinamento sessuale ». Ancora più netti i liberali: Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, che fu ministro della Giustizia, dice che la nuova legge «è in linea con le idee dei cristiano-democratici e dei socialdemocratici di proibire tutto e di regolare tutto». Al di là delle reazioni delle opposizioni politiche, però, anche gli esperti sono critici. Helmut Graupner, un sessuologo citato ieri dal quotidiano Berliner Morgenpost, sostiene che, oltre al diritto di esser protetti dal pericolo della prostituzione, i giovani hanno soprattutto «il diritto di esprimersi anche sessualmente: ma questo progetto limita la loro possibilità di decidere».
Insomma, mentre finora si è punito il «vantaggio» di cui è portatore il maggiorenne rispetto al minorenne, ora si passerebbe a punire l'autodeterminazione. A parere di Graupner, si tratta di un comportamento irrazionale dei politici: «Nessuno vuole essere sospettato di favorire abusi sessuali, ma questa riforma è la semplice traduzione di norme degli Stati Uniti, un misto di pruderie e di panico i fronte al problema della pornografia in relazione ai giovani». Anche l'Italia dovrà adeguarsi alla direttiva. Almeno in questo caso, però, il modello tedesco non è per ora il migliore: ogni gesto di cavalleria, un invito a cena, un anellino tra ragazzini, diventerebbe tabù.
Lasciamo stare le follie tedesche per arrivare a due notevoli successi tutti Italiani..
_ Per la prima volta tutti i dati sulla lotta alla mafia in Italia, quelli sulle mafie italiane e straniere, sul racket, sui beni confiscati, sull'usura diventano veramente pubblici, ovvero consultabili dai cittadini. Succede grazie a Internet e soprattutto grazie all'iniziativa della Commissione Parlamentare Antimafia, che ha realizzato un sito di documentazione con tutti i materiali e i dati raccolti nella sua attività. Il via dell'iniziativa, con la presenza dei presidenti di Senato e Camera, Franco Marini e Fausto Bertinotti, è previsto per la mattina di mercoledì 12 dicembre. Da quel momento il sito sarà attivo e consultabile.
Per vedere come funziona, CLICCA QUI
_ E' boom dell'evasione fiscale recuperata: nel 2007 sono stati recuperati 27 miliardi di euro, il 78% in più rispetto allo scorso anno. Il dato è stato reso noto dalla Guardia di Finanza nell'ambito del tradizionale saluto di Natale con la stampa. È un bilancio «di portata storica, superiore alle attese» sottolineano dal Comando. Un risultato, inoltre, «mai raggiunto negli ultimi quindici anni». La Guardia di Finanza ha recuperato anche 4,2 miliardi di Iva evasa (+75%) e 13,5 miliardi di rilievi Irap (+44%). I controlli sono cresciuti del +23% sulla media dell'ultimo triennio.
«Risultati mai raggiunti negli ultimi 15 anni, un bilancio di portata storica e superiore alle attese» ha commentato il generale Giuseppe Vicanolo riportando i dati. «Ma al di là dei numeri - ha spiegato - quel che conta è la deterrenza dei controlli ossia che siano fatti in numero adeguato e con metodologie qualitativamente efficaci in modo da far percepire anche ai contribuenti non ispezionati che il rischio di andare incontro ad accertamenti seri e rigorosi è più alto rispetto al passato, per cui conviene di più rispettare le regole».
A Milano è stata scoperta un'evasione da oltre 1 miliardo di euro (e menomale che è Roma ad essere ladrona!Ma andate a lavorare!!!).Il nucleo della polizia tributaria, a conclusione di un'indagine delegata dalla procura di Milano, ha individuato un'associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale nel settore dell'iva. L'operazione si è conclusa con la denuncia di 49 persone, tutte coinvolte a vario titolo nel sistema di frode. In particolare, è stato scoperto un giro di fatture false per oltre 1 miliardo di euro e un'evasione dell'imposta sul valore aggiunto (iva) per oltre 243 milioni. Il sistema di evasione (noto come «frode carosello all'iva»), spiega la guardia di finanza in un comunicato, sfruttava la procedura di fatturazione senza iva prevista dalla normativa tributaria per gli acquisti intracomunitari. Il meccanismo di frode, prosegue la nota, funzionava così: erano state costituite numerose società di comodo, le cosiddette «cartiere» o «missing trader», imprese esistenti soltanto formalmente, ma in realtà prive di una reale struttura operativa, con la funzione di crearsi, a vantaggio delle altre aziende del gruppo criminale, un debito iva che non veniva versato né dichiarato all'erario. Grazie a tali operazioni, i venditori finali riuscivano ad approvvigionarsi di beni informatici a prezzo scontato (al netto dell'iva non pagata) e a venderli sul mercato nazionale a prezzi inferiori a quelli di listino, ledendo la concorrenza degli altri operatori in regola con le normative tributarie. Le società coinvolte nell'operazione sono oltre 50, tra cui alcune di diritto estero.
(ThanksTo:Corriere.it)
Ah, dimenticavo..Berlusconi è nuovamente indagato..Se la caverà anche stavolta?
Fine della rassegna stampa!
Over and Out!
lunedì 10 dicembre 2007
Il silenzio dei differenti
Il cdr del TgLa7 ha denunciato che «con un incomprensibile e arrogante atto censorio il vicedirettore ha deciso di non inserire la notizia nell'edizione notturna».
Tutto intorno, però, il silenzio.
Antonio Campo Dall’Orto si ravveda!E' inutile che dichiari "Manca il pluralismo delle risorse" se poi, nei fatti, ti riduci a censurare chi offende l' inoffendibile(ha già provveduto, a mio avviso, ad offendersi sufficientemente da solo)esprimendo in libertà e nei pieni canoni della satira il suo punto di vista!Ci aveva fatto ben sperare e adesso ci delude in volata!?
La satira è irriverente, la satira "storicamente e culturalmente risponde ad un esigenza dello spirito umano: l'oscillazione fra sacro e profano. La satira si occupa da sempre di temi rilevanti, principalmente la politica, la religione, il sesso e la morte, e su questi propone punti di vista alternativi, e attraverso la risata veicola delle piccole verità, semina dubbi, smaschera ipocrisie, attacca i pregiudizi e mette in discussione le convinzioni."
Togliere il diritto alla satira è indegno di uno stato democratico!
L'organizzazione Transparency International nel suo ultimo rapporto colloca l'Italia seconda in Europa per la corruzione dei partiti politici (ci salva la Bulgaria), secondi per partiti corrotti e cinquantottesimi per trasparenza dell' informazione[Sotto i più disparati stati Africani].
Chissà perchè non sono sorpreso!
In tutto questo, la Costituzione, "legge delle leggi", è accantonata in un angolo e calpestata.
Riposa in pace, pluralismo.
Corea, arriviamo!
venerdì 7 dicembre 2007
Braccia rubate al lavoro: Pierferdinando Casini
La rubrica dedicata a coloro che non si sa bene chi siano e che cosa facciano: Braccia rubate al lavoro.
Casini, chi è Casini?
Pierferdinando Casini esordisce come portaborse in giovanissima età. Lo si ricorda portare la borsa al parroco e al preside della scuola. I compagni lo battezzano Pierbidello.Pierferdi reagisce dicendo loro” schernitemi pure, ma un giorno sarò presidente della Camera “.
Subito democristiano, diventa portaborse e fedelissimo dell’onorevole Tesini, e si distingue nella battaglia contro il divorzio. Quando Tesini cade in disgrazia, Pierferdi lo molla e quasi nega di averlo conosciuto. Salta a piè pari alle dipendenze di Silvio Berlusconi.
Viene definito il bello della Dc e anche l’Anthony Perkins della destra moderata.
Lui si schermisce.
Ma è molto più pericoloso dell’attore di Psycho e, soprattutto, non si farà mai beccare. Si distingue per inciuci e legami con capitali bancari e operazioni immobiliari, e per l’abitudine di scroccare ovunque, non pagando in quanto onorevole. Inizia a studiare da maleminore. Ogni notte si trova con Pera, Bossi, e Storace e insieme studiano il copione del giorno dopo. Se Bossi spara grosso, lui modera, se Storace urla, lui minimizza, se Pera parla, lui fa finta di capirlo. Così si guadagna la fama, appunto di maleminore, e di meno destro dei destri della destra.Lui si schermisce.
Ma la sua fama è largamente usurpata in quanto, sulla morale cattolica, è a destra di Torquemada.
Oggi non è più così bello e più che Anthony Perkins sembra Iggy Pop. A sinistra qualcuno lo trova quasi sopportabile, lui e Rutelli escono spesso insieme a comprare marsupi e borsette, una vecchia passione per entrambi. Per alcuni è il nuovo presidente del consiglio, per altri l’uomo che farà risorgere la Dc, per altri è un democristiano riciclato abbastanza ipocrita e falso, che non fa che obbedire da anni a ogni schifezza berlusconiana.
Lui si schermisce.
Frasi celebri:
“Solidarietà a Dell’Utri”, dopo la condanna a 9 anni per mafia il 12 dic. 2004.
“Chi avrà più tela da tessere, la tesserà”.
“O si cambia o si perde”.
Mandiamolo a lavorare.
giovedì 6 dicembre 2007
Armi libere!? NO, Grazie!
La NRA (National Rifle Assotiation), é arrivata persino a proporre, come soluzione del problema relativo alle stragi compiute dagli studenti nelle scuole americane, che tutti i professori venissero dotati di fucili, così da poter difendere le classi da questi giovani “cow-boy” agguerriti (AGGHIACCIANTE!!!).
mercoledì 5 dicembre 2007
DAJE ANTIMAFIA!
(Clikka sull immagine per vedere il video)
Non me lo sarei PROPRIO MAI ASPETTATO..Sono SBALORDITO!
E' un grande momento questo..quantomeno in termini di arresti.
Tocca a ognuno di noi fare la propria parte ed evitare che la fiaccola si spenga!
Le grandi teste sono tutte cadute, la strada sarà lunghissima, ma quantomeno cerchiamo di evitare che si rinnvoino i vertici!
E' un dovere nei confronti della nostra Patria,
dei nostri Figli (da cui il Mondo abbiamo in prestito) e
della comunità internazionale, che da sempre di morte e corruzione contribuiamo a gravare.
Prendiamo esempio da queste piccola grande donna!
SOTTO CON L' ANTIMAFIA!
martedì 4 dicembre 2007
FREGATI DAL CELLULARE
Tre ragazzi, fermati dalla polizia per aver incendiato la scuola di Ferrara, hanno 14, 15, 16 anni, incensrati, con tanta voglia di fare i guappi. Sì perchè ormai è diventata una moda, la noia si scaccia con bravate stupide e sempre più pericolose. Questa volta i ragazzi l'hanno fatta proprio grossa. Vi ricordate di quello che andava a 180 in autostrada? e come fu catturato? dallo speciale intervento, involontario, dell'hoster più famoso di tutto il mondo... You tube, che aveva ospitato il video di sto imbecille: la polizia l'ha vsito e riconosciuto dalla rete. Lo stesso, o quasi, è successo per questi tre che, per dimostrare a tutti di essere dei "ganzi", hanno registrato tutto con il cellulare. Sono entrati di notte nella scuola e hanno cominciato a bruciare tutto: dai banchi, ai registri scolastici. I genitori increduli all'inizio hanno difeso i figli a spada tratta, poi di fronte alle immagini fornite loro dai carabinieri, si sono arresi all'evidenza dei fatti. Cosa fare adesso? sempre più ragazzi hanno bisogno di dimostrare, in maniera distorta, di essere eroi sociali, e non si rendono conto di essere solo degli imbecilli, cretini senza cervello. Forse non è ancora troppo tardi per rimediare e invertire il senso di marcia, ma se non ci muoviamo ora... credo che you tube diventerà un arma fondamentale per gli inquirenti. Questo non deve succedere.
Azouz...Tra Droga E Sesso...
È il 5 aprile dell' anno scorso. Azouz Marzouk parla al telefono con un amico. «Sai che ti dico? Che sono stati i mesi più belli della mia vita. Pensa che mi hanno perfino proposto soldi in cambio di sesso. Sono arrivati a dirmi quanto vuoi per una scopata?». Gli inquirenti dichiarano che alcune intercettazioni lasciano ALLIBITI.
lunedì 3 dicembre 2007
Potremmo Definirlo Fair Play?!?
La gloriosissima Lega Calcio, vedendo questo gesto da parte della Fiorentina, non si è di certo lasciata scappare l'occasione di rovinare anche questo gesti, e ha ISTITUZIONALIZZATO LA FACCENDA e da gennaio, alla ripresa dei campionati dopo la pausa natalizia, sarà obbligatorio su tutti i campi di calcio italiani per la squadra di casa applaudire i giocatori avversari quando escono dal campo a fine partita, come avviene da due anni in serie D e da un secolo e mezzo nel rugby. Quello che però la Lega non ha capito, è che nel Rugby, questo avviene SPONTANEAMENTE, per appunto Fair Play, la Lega Rugby, non obbliga (da gennaio sarà obbligaorio nel calcio) i giocatori a fare questo gesto! Sono loro, che siccome vivono di principi sani e di sportività, che decidono di farlo!
L'idea è stata accolta con entusiasmo da tutti, Francesco Totti «Già mercoledì - in due dei tre recuperi della 12ma giornata, partite rinviate per la morte del tifoso della Lazio Gabriele Sandri, - sarebbe bello ripetere l'iniziativa», Tommaso Ghirardi del Parma «Tutto quello che è positivo può essere istituzionalizzato (non deve essere istituzinalizzato, deve essere spontaneo). Il rugby offre esempi di sportività che noi non abbiamo. Sarebbe costruttivo prendere spunto da quelle discipline che hanno valori sportivi superiori ai nostri», all'allenatore del Milan, Carlo Ancelotti «Va ripetuto su tutti i campi». Bedy Moratti, sorella del presidente dell'Inter e supertifosa nerazzurra, aveva osservato domenica a caldo: «Non credo che una cosa simile possa essere possibile a Milano. A San Siro basta un rigore, una decisione dubbia per scatenare reazioni. Però sarebbe davvero bello vederlo in ogni stadio».
Il presidente della Figc Giancarlo Abete: «Cerchiamo di lavorare tutti in questa direzione. La serie D ha già attuato questa iniziativa da due anni e ben vengano questo tipo di manifestazioni». Il presidente del Coni, Gianni Petrucci, ha detto: «È un'ottima iniziativa. Bisogna dare un'immagine nuova e una sensibilità nuova».
Andrea Lo Cicero, pilone della nazionale azzurra di rugby, ha però voluto puntualizzare una cosa giustissima: «Il terzo tempo del rugby è un'altra cosa». Nel rugby si definisce terzo tempo il ritrovo delle due squadre a fine partita per bere birra, ballare e scherzare insieme, dopo che la squadra che ha vinto applaude all'uscita gli avversari sconfitti (e guardate che lo fanno davvero, mica per finta). «Tutti vogliono far passare quanto successo a Firenze come una cosa di classe e stile. Deve invece essere una cosa normale. Mi fa piacere, comunque, che degli atleti inizino a prendere certe belle abitudini. Spero però che non arrivi un'istituzione calcistica a renderlo obbligatorio. Mi sembrerebbe una forzatura, farlo deve venire dai giocatori, in campo si vedono atleti che già si abbracciano, che si scambiano la maglia».
Il duro mestiere del Poliziotto: Gli incapaci prendano appunti
-> IL POLIZIOTTO <-
In mezzo ad animali nello stadio di Belgrado, aggredito ingiustamente e quasi ridotto in fin di vita (versa all' Ospedale in gravi condizioni..A Lui e alla sua famiglia vanno i migliori auguri di pronta guarigione da parte di tutti i ragazzi di "Quelli che il Macchi"), non solo non uccide NESSUNO, ma cattura addirittura qualcuno tra i tanti teppisti (bestie indegne e vigliacche) che lo hanno ferito quasi a morte.
Questo è essere Poliziotti.Un mestiere arduo e spesso poco salutare, sempre al servizio "dell' alter".
Non tutti possono permettersi di portare avanti un attività lavorativa del genere..Ed è giusto che sia così.
sabato 1 dicembre 2007
Della Serie... I Savoia Insegnano...
Nella terza delle sei puntate dello sceneggiato venne rappresentata l'udienza in cui, nel 1974, fu discussa la proposta di misura di prevenzione contro Ninetta Bagarella, allora fidanzata di Riina. In quel contesto fu inserita, nella finzione cinematografica, una situazione del tutto inventata, e cioè il sequestro della moglie e del figlio piccolo del poliziotto (anch'esso immaginario) Biagio Schirò: il rapimento fu rappresentato quasi come una contropartita per ottenere che la misura di prevenzione chiesta nei confronti della Bagarella venisse respinta. Cosa che poi effettivamente avvenne anche nella realtà, ma per motivi diversi da quelli della fiction. «La situazione rappresentata, è gravissima e lesiva dell'immagine della signora. Ma soprattutto non è vera» sono le parole dell’avvocato della moglie.
Autori e produttori della fiction si vedranno così recapitare una citazione in giudizio da Ninetta Bagarella, la moglie del «capo dei capi» protagonista del loro lavoro. Nel caso del «Capo dei capi» la rincorsa al potere è durata 50 anni, contrassegnati da una ferocia che la vecchia mafia non aveva mai mostrato. «Il signor Riina - ha detto l'avvocato - avendo avuto modo di seguire la fiction, ha commentato positivamente la figura. Sicuramente ha apprezzato l'impegno che l'attore ha messo nel raffigurare la sua vita, le storie processuali che sono state narrate in questa fiction». E l'avvocato è arrivato persino a rivelare che in alcuni frangenti, gli occhi gli brillavano: «Diciamo che era evidente che avesse ripercorso, in occasione della messa in onda, parte della sua vita. Ha visto la tv appassionatamente... Se questo è il punto, sì! Lo ha visto volentieri questo sceneggiato. Dell'attore che lo interpreta ha detto che è stato molto bravo: è stato portentoso».