sabato 17 aprile 2010

CHI PARLA DI MAFIA DIFENDE IL PAESE


È con profondo disappunto che leggiamo quanto afferma il Premier nella conferenza stampa a Palazzo Chigi del 16 aprile, nella quale sostiene che la mafia italiana, “pur essendo la sesta mafia al mondo è la più conosciuta” a causa del “supporto promozionale” fattole da film, serie tv e libri come le “otto serie della Piovra” o “Gomorra” di Roberto Saviano.

Non è necessario appellarsi allo scandalo per mostrare quanta cecità nascondano certe affermazioni. Il nostro Premier si dice fiducioso di sconfiggere entro la fine “della legislatura”, oltre al cancro, anche tutte le organizzazioni criminali.

Ma dal rapporto Sos impresa presentato il 27 gennaio 2010 dalla Confesercenti emerge un’altra realtà: la mafia italiana è ben lontana dal regredire, anzi, nel 2009 ha fatturato 135 miliardi di euro a fronte dei 90 miliardi fatturati nel 2007.

Secondo lo stesso Rapporto, lo scorso anno la “Mafia spa” ha rafforzato la propria posizione di prima azienda italiana, raggiungendo la soglia di quasi un reato al minuto a spese degli imprenditori. Si pensi che, solamente attraverso l’usura – cresciuta a causa della difficoltà di accesso al credito dovuta alla crisi – la mafia gestisce un giro d’affari di circa 20 miliardi di euro. Per non parlare del racket che rimane invariato solo a fronte di un drastico calo degli esercizi commerciali. Grande interesse riscuotono inoltre nelle organizzazioni mafiose l’edilizia e i centri commerciali, utili – questi ultimi – al riciclaggio del denaro sporco. C’è poi da tenere conto del settore del gioco, delle scommesse, delle frodi informatiche e, soprattutto, della contraffazione. Quest’ultimo in grado di muovere un giro d’affari pari a 7,8 miliardi di euro l’anno.

Se questa è la realtà dei fatti, ci viene difficile interpretare la tranquillità con cui il Premier asserisce certe parole, ma ancor più incomprensibile ci risulta la sua accusa di “supporto promozionale” alle mafie mossa a chi è costretto a vivere sotto scorta, senza la possibilità di sognare una vita normale, perché ha reso pubbliche le dinamiche delle organizzazioni criminali.

È ormai attestato che le mafie risentano della luce dei riflettori: esse desiderano il buio ed il silenzio, lo dimostra la cosiddetta pax mafiosa seguita alle stragi del ’92-93; godono del fatto che a conoscere le loro dinamiche d’azione siano solo pochi specialisti, consce degli ingenti danni economici che subiscono quando l’opinione pubblica è sollecitata su determinate tematiche.

In una società “dove la verità è sempre la versione dei potenti, dove viene declinata raramente e pronunciata come merce rara da barattare per qualche profitto; dove tagliare cadaveri e spargerne i pezzi è il miglior modo per rendere indelebile un messaggio, conoscere non è più una traccia di impegno morale. Sapere, capire diviene una necessità. L’unica possibilità che si ha, per considerarsi ancora uomini degni di respirare”.

Spetta, quindi, proprio all’informazione e alla partecipazione democratica avere un ruolo fondamentale nella lotta alle mafie. Attraverso di essa, infatti, la popolazione è chiamata e tenere alta la guardia e a creare anticorpi alla malavita: il più delle volte, infatti, è dalla semplice denuncia di un cittadino informato e consapevole di non essere solo che nascono indagini che portano agli arresti di cui si sta vantando il governo.

Per questo motivo è importante appoggiare l’informazione e non attaccarla. È fondamentale evitare quel che accadde con Giovanni Falcone al Maurizio Costanzo Show nel 1991, quando un giovane di media statura si alzò dalla sua poltrona e accusò il magistrato palermitano di diffamare la Sicilia. Tutti sanno come finì la storia: l’accusatore divenne prima Presidente della Regione Sicilia e fu poi condannato a 7 anni di carcere in appello per favoreggiamento aggravato per aver agevolato la mafia; il magistrato fu ucciso in un attentato il 23 maggio 1992 nei pressi dello svincolo di Capaci insieme alla moglie e a tre agenti della scorta.


By Progetto Spartacus



(L'articolo è stato scritto a nome del gruppo che ha fatto partire il cosiddetto "Progetto Spartacus", un insieme eterogeneo di studenti e dottorandi della Scuola Normale Superiore di Pisa, della Scuola Superiore Sant' Anna e dell' Università di Pisa che si propone di indagare e studiare il fenomeno della criminalità organizzata, unitosi in occasione del seminario di Roberto Saviano alla Scuola Normale Superiore)

domenica 11 ottobre 2009

Conoscere, capire, reagire



(Clikka sull' manifesto per ingrandirlo)

domenica 28 giugno 2009

In ogni caso, inadatto.



Da quando, in via del tutto ipotetica, il suo on. avv. Niccolò Ghedini l’ha definito “utilizzatore finale” di prostitute a sua insaputa, Silvio Berlusconi si staglia come il politico più ingenuo o più sfortunato della storia dell’umanità. Dal 1974 al 1976 ospita nella villa di Arcore un noto mafioso, Vittorio Mangano, intimo del suo segretario Marcello Dell’Utri e già raggiunto da una dozzina fra denunce e arresti, ma lo scambia per uno stalliere galantuomo: anche quando glielo arrestano due volte in casa. Dal 1978 (almeno) al 1981 è iscritto alla loggia deviata P2, convinto che si tratti di una pia confraternita. Dal 1975 al 1983 le finanziarie Fininvest ricevono l’equivalente di 300 milioni di euro, in parte in contanti, da un misterioso donatore, ignoto anche al proprietario: infatti, dinanzi ai giudici antimafia venuti a Palazzo Chigi per chiedergli chi gli ha dato quei soldi, si avvale della facoltà di non rispondere.

Negli anni 80 l’avvocato David Mills crea per il suo gruppo ben 64 società offshore nei paradisi fiscali, ma lui non sospetta nulla, anzi non sa nemmeno cosa sia la capofila All Iberian. Questa accumula all’estero una montagna di fondi neri che finanziano, fra gli altri, Bettino Craxi (23 miliardi di lire) e Cesare Previti (una ventina). Previti, avvocato di Berlusconi, ne gira una parte ai giudici romani Vittorio Metta (nel 1990) e Renato Squillante (nel 1991), ma di nascosto al Cavaliere. Il quale però s’intasca il gruppo Mondadori grazie a una sentenza di Metta, corrotto da Previti con soldi Fininvest. Nei primi anni 90 il capo dei servizi fiscali del gruppo, Salvatore Sciascia, paga almeno tre tangenti alla Guardia di finanza. E nel 1994, quando la cosa viene fuori, il consulente legale Massimo Berruti tenta di depistare le indagini dopo un incontro a Palazzo Chigi col principale. Ma questi non si accorge di nulla (“giuro sui miei figli”). Nemmeno quando Sciascia e Berruti vengono condannati, tant’è che se li porta in Parlamento. Nel 1997-’98 Mills, testimone nei processi Guardia di Finanza e All Iberian, non dice tutto quel che sa e lo “salva da un mare di guai” (lo confesserà al commercialista). Poi riceve 600 mila dollari dal gruppo di “Mr. B”. E Mr. B sempre ignaro di tutto (rigiura sui suoi figli).

Di recente si scopre che il Nostro, nell’ottobre scorso, prese a telefonare a Noemi, una minorenne di Portici, proprio mentre il suo governo varava una legge per stroncare la piaga delle molestie telefoniche (“stalking”). Ma lui scoprì che era minorenne solo quando fu invitato al suo diciottesimo compleanno. Ora salta fuori che Patrizia D’Addario, che trascorse con lui una notte a Palazzo Grazioli, è una nota “escort” barese, pagata da un amico del premier (l’”utilizzatore iniziale”?). Ma lui non ne sapeva nulla, tant’è che in quel mentre il suo governo varava una legge per arrestare prostitute e clienti. E’ sempre l’ultimo a sapere. Può un uomo così ingenuo, o sfortunato, o poco perspicace, fare il presidente del Consiglio?


Marco Travaglio

domenica 21 giugno 2009

mercoledì 10 giugno 2009

COMPLIMENTI CONSIGLIERE

Un post dedicato a uno del Macchi!
Lore, alla prima candidatura come consigliere comunale a Livorno, riesce ad ottenere il seggio con 76 voti, nonostante sia entrato da poco nel partito, questo perché conosce tanta gente... ma tanta. Si dirà che 76 voti non sono tanti, oltretutto in un comune con circa 100.000 elettori, tuttavia bisogna considerare che Lore ha solo 22 anni e praticamente 0 esperienza politica; ma dalla sua ha tanta passione per essa e per la legge in generale, quindi siamo certi che assolverà al suo compito seriamente e con vivo e sincero sentimento e con forte senso civico e del dovere.
Oggi così...
domani...
VAI LORE VAI!