sabato 15 marzo 2008

Maxiprocesso, questo sconosciuto

Grazie all' informazione Italiana, sappiamo tutto suglla battona che si è portato a letto Sptizer e NIENTE sul secondo maxi processo italiano, il più grande (“è un maxiprocesso che per estensione, qualità e intensità criminale ed economica, non ha eguali”) degli ultimi anni (che, ricordiamolo, mette sotto accusa quella che, con novanta miliardi di fatturato annuo, è la prima "azienda" italiana):


SPARTACUS



Attualmente suddiviso in varie tranche, il processo spartacus I è quello "conclusosi" più di recente e di origine più risalente.

La sentenza in primo grado si è avuta nel 2005, ben 10 anni dopo il primo blitz.

I numeri sono eloquenti: Oltre 115 persone processate, 21 gli ergastoli, oltre 750 anni di galera inflitti.
I documenti della D.I.A. delineano il quadro con maggiore precisione:

"L’operazione - avviata nel 1993 con lo scopo di aggredire i clan camorristici dominanti nella provincia di Caserta ed, in particolare, quello dei casalesi - ha consentito l'emissione di oltre 300 ordinanze di custodia cautelare in carcere nonché il sequestro e la confisca di beni per migliaia di miliardi di lire. Si è proceduto al sequestro di 199 fabbricati, 52 terreni, 14 società, 12 autovetture e 3 imbarcazioni per un valore complessivo di 354 miliardi di lire. Inoltre sono stati sequestrati beni mobili ed immobili, frutto di attività illecite, per un valore complessivo di circa 400 miliardi di lire. Tra gli arrestati figurano uomini politici, appartenenti alle Forze di Polizia, nonché imprenditori campani."

Dopo un’ora di lettura della sentenza (3200 pagine ) si è posto fine ad un processo lungo e sofferto che ha visto sfilare oltre 500 testimoni, per un totale di quasi 730 udienze.

Fino all’ultimo ci sono stati tentativi per fermare questo processo, soprattutto quello grave e indecente di appellarsi alla legge Cirami (legge varata dal governo Berlusconi) da parte di tutti i boss alla sbarra.

Ecco a che cosa porta la sconsideratezza della politica svolta nei salotti romani che difende gli interessi di pochi, e non quelli di tutti i cittadini italiani. Possiamo mai incolpare i capo clan anche del fatto che si appellano ad una legge dello Stato Italiano? No, non credo proprio.

Forse, una volta tanto bisognerebbe condannare chi le propone certe leggi. Anche per questo si è voluto un profondo silenzio della stampa italiana.

Immaginate cosa sarebbe successo se il Corriere della Sera o Repubblica avessero titolato “ Riina si appella alla Cirami?”.

Ma al posto di Riina (nome famoso ormai) si sarebbe dovuto scrivere Schiavone o Bidognetti, ma chi sono se la stampa non sensibilizza l’opinione pubblica?

Spartacus I è stato anche il processo dei migliaia e migliaia di proiettili sparati nel corso di molti anni, di persone scomparse e di violenze feroci e inaudite. Di sangue sparso a quintali per le campagne e le strade dell’assolato Sud. Di cervelli e ossa spappolati sotto i colpi di mazze e martelli. Di minacce e intimidazioni a pentiti, collaboratori e testimoni. Di barbarie medievale negli anni 2000. Si parla molto nel mondo e in Italia di notizie censurate. Forse la camorra rientra in una di queste.

Ma proprio nessuno in qualche redazione dei grandi giornali nazionali ha un moto di sdegno per il proprio silenzio?

Evidentemente no.Esso è totale e colpevole.

Nel processo Spartacus, il più grande processo di mafia degli ultimi 15 anni, che il giorno della sua sentenza non ha ricevuto attenzione sulla stampa nazionale, la camorra tenta in appello di veder decadere i suoi 21 ergastoli. Ma sarebbe gravissimo se si lasciasse al suo destino uno dei pochissimi tentativi fatti in questa terra per ostacolare i ras del cemento criminale.

I collegi difensivi dei clan, l'enorme esercito di avvocati che hanno a disposizione le varie famiglie camorristiche - Schiavone, Bidognetti, Zagaria, Iovine, Martinelli - vogliono soprattutto silenzio, minimizzazione, vogliono che lo sguardo vada altrove. Vogliono spingere l'interesse nazionale a vedere queste vicende come scarti di periferia, aiutati spesso dalla nausea di una classe intellettuale distante da questi meccanismi e da una classe politica che quando non ne è invischiata non ne riesce più a comprendere le dinamiche.

Addirittura ora ora i boss del clan casalesi, puntando il dito contro una giornalista del Mattino, il pm antimafia Raffaele Cantone e «contestando» alcuni passaggi del bestseller Gomorra di Roberto Saviano definendolo «prezzolato pseudogiornalista», chiedono addirittura di spostare il processo a loro carico - il superprocesso Spartacus - in altro distretto giudiziario, per «legittima suspicione» ossia per «carenza di libertà di determinazione delle persone che partecipano al processo» (si osa sollevare cioè il sospetto che, nei loro confronti, vi sia un'azione premeditata di condizionamento dei giudici, dovuta anche a niente popò di meno che al libro di Roberto Saviano, Gomorra «L'intervento di Roberto Saviano sul silenzio legato alla sentenza Spartacus (nelle pagine di Gomorra, ndr) non può non turbare gli animi dei giudici definiti dal prezzolato pseudogiornalista come degli inetti, incapaci, insensibili alla sete di giustizia della collettività»)


E' anche per questro che nei prossimi mesi non bisognerà togliere lo sguardo dall'appello del processo Spartacus.
I boss non hanno condanne definitive, la Cassazione annulla tanti ergastoli. É fondamentale che non si dissolva l'attenzione nazionale (É interessante ascoltare le intercettazioni dei capizona, degli imprenditori dei clan anche per capire come per loro sia fondamentale che l'interesse nazionale sia attirato dalla guerra in Iraq, dai Dico e più d'ogni altra cosa dal terrorismo di ogni matrice), che si segua l'odore del cemento, perché cemento, rifiuti, trasporti, supermercati smettano di essere i serbatoi del riciclaggio e dell'investimento principe dei clan. Altrimenti sarà troppo tardi. Non ci sarà più confine di differenza, posto che ce ne sia ancora alcuno tra economica legale ed illegale.
Temo che possa accadere che ogni parola che racconti queste dinamiche diventi muta, incomprensibile, come proveniente da un mondo che si crede distante; che ogni inchiesta giudiziaria divenga semplicemente un affare tra giudici, avvocati ed incriminati da sbrigare nel tempo più lungo possibile e nello spazio d'attenzione più ristretto e dove persino i morti ammazzati divengono un male fisiologico; qualcosa che non può che andar così.

Temo possa accadere che le parole che raccontano tutto ciò diventino incomprensibili.

Si rischia, per dirla con Elie Wiesel, di scrivere "non per comunicare ciò che è accaduto ma per mostrarvi ciò di cui non saprete mai".

I NOMI E LE PENE DEI CONDANNATI




A breve: Spartacus I, Spartacus II e gli affari dei Boss nel centro nord

2 commenti:

Anonimo ha detto...

l'importante è sapere che totti sarà ospite del grande fratello, che baudo e chiambretti presentano sanremo, che il principe di monaco non vuole sposarsi ecc...

grande post

Beca ha detto...

bel post!