Mentre condanna e perseguita gli incondannabili anche a costo di figure barbine, come dimostrano alcuni recenti sentenze, nonchè uscite di qualche (mediocre?) membro del "consiglio" (leggete questo penetrante articolo di Felice Lima sulla sentenza del CSM riguardante il caso De Magistris e vedete un po voi), la sezione disciplinare del Csm ha bocciato la richiesta del Ministro della Giustizia di sospendere in via d'urgenza dalle funzioni e dallo stipendio il giudice Edi Pinatto, che aveva depositato dopo otto anni le motivazioni della sentenza con cui il tribunale di Gela aveva condannato sette componenti del clan Madonia, provocandone il rilascio.
Un ritardo che aveva provocato la loro scarcerzione e il duro monito del presidente della Repubblica Napolitano che si era scagliato contro la "giustizia lumaca".
Tra pochi giorni, il 14 aprile, il magistrato sarà ascoltato dal Gip di Catania, chiamato a decidere sulla sua richiesta di rinvio a giudizio per omissione di atti di ufficio. Poi, tra mendo di una ventina di giorni, Pinatto sarà ascoltato dalla Procura generale della Cassazione, che sta portando avanti l’istruttoria dopo l’azione disciplinare a suo carico decisa dal Ministro della Giustizia.
Indipendentemente da come andranno a finire questi procedimenti, i dubbi sui membri del più importante organo del terzo potere dello stato permangono e risultano anzi, se possibile, amplificati.
lunedì 7 aprile 2008
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1 commento:
Concordo in pieno con le tue conclusioni!
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