30 anni fa, il 9 maggio 1978 Aldo Moro, dopo 55 giorni di prigionia veniva giustiziato da per mano di Mario Moretti, uno dei massimi dirigenti delle Brigate Rosse. Fu rapito il 16 marzo dello stesso anno, giorno della presentazione del nuovo governo guidato da Giulio Andreotti. L'auto sulla quale viaggiava l'ex presidente del Consiglio venne intercettata in via Mario Fani da un commando delle Brigate Rosse. In pochi secondi, i terroristi uccisero la scorta e sequestrarono il presidente della Democrazia Cristiana.
Luci ed ombre sono presenti sul Caso Moro, e ancora oggi dopo 30 anni sorgono dubbi e soprattutto sorgono tanti "perchè". L'unica certezza sul movente è quella che trovava in Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, un favorevole alleato ad un ingresso del PCI al governo in Italia. Data la concreta possibilità come futuro candidato alla Presidenza della Repubblica (una sua elezione avrebbe consentito la realizzazione del compromesso storico tra DC e Partito comunista), in molti (Moretti in primis) riscontrarono in Moro il fautore, o meglio, l'unico fautore, l'unica mano per il quale questo accordo potesse essere attuato. Seguendo la "politica" delle BR, cioè non quella di effettuare stragi, ma quella di colpire nemici mirati, Aldo Moro venne rapito e poi assassinato in fede a queste credenze. Fu lo stesso Moretti, per sua stessa ammissione colui che ha progettato, eseguito, gestito il sequestro di Moro. E' stato colui che l'ha ucciso fisicamente sparandogli a bruciapelo con un mitra nel portabagagli di una Renault 4, dove l'onorevole Aldo Moro fu fatto accovacciare, e che poi sara' portata a meta' strada fra piazza del Gesu' (sede della DC), e via delle Botteghe oscure (sede del PCI), con un evidente significato simbolico (l'alleanza di governo tra DC e PCI che era stata voluta e perseguita dall'onorevole Aldo Moro in accordo col segretario comunista Berlinguer.)
Adesso Moretti è in libertà condizionata dal 1994, nonostante la condanna a 6 ergastoli, ed è attualmente coordinatore del laboratorio di informatica della Regione Lombardia, stipendiato da 14 anni da quella pubblica amministrazione che egli voleva un tempo distruggere.
Ma oggi purtroppo nessuno ricorda quest'uomo... colpa della scuola, delle famiglie, dei ragazzi che pensano solo a quello che gli viene spiattellato in tv senza un'interesse vero per quello che era il loro stesso paese anni fa...
Beccatevi questa branca di ignoranti...
Vi lascio con le ultime parole di Aldo Moro, poche righe della sua ultima lettera alla famiglia recapitata il 5 maggio 1978...
Ricordami a tutti i parenti ed amici con immenso affetto ed a te e tutti un caldissimo abbraccio pegno di un amore eterno. Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo. Amore mio, sentimi sempre con te e tienmi stretto. Bacia e carezza Fida, Demi, Luca (tanto tanto Luca).
Questi link di due video contengono l'intervista a Franco Bonisoli, Membro del Direttivo delle Br.
Prima parte http://it.youtube.com/watch?v=FIF8P3z3RPA&feature=related
Seconda parte http://it.youtube.com/watch?v=Iyw_OKMhQkg&feature=related
4 commenti:
Bisogna segnalare anche questo (super) video!
http://ilmacchi.blogspot.com/2008/02/italia-il-potere-occulto-omicidio-moro.html
ignoranza sovrana nel video del corriere!
Ahimè si Stè!
Come hai visto, da me ho preferito ricordare Peppino Impastato, la cui morte e le cui battaglie ogni volta vengono oscurate dalle, pur giuste e doverose, celebrazioni per Moro.
Grazie per la visita
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