Da Alice
Un brindisi apolitico salutò probabilmente la fine della legislatura e l'indizione di nuove elezioni.
I calici di 120 tipografi su tutto il territorio nazionale, con la notizia del crollo del governo, si saranno verosimilmente levati alla salute dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
La Zecca di Stato, infatti, senza nessuna gara di appalto ma sulla base di un "criterio di continuità", affida l'incarico di stampare le schede elettorali agli stabilimenti che nel corso degli anni hanno saputo conquistarsi la sua fiducia.
La Poligrafica nazionale fornisce alle tipografie prescelte la carta, con l'incarico di produrre il 30% di schede in più rispetto al numero degli elettori (47 milioni per la Camera e più di 43 milioni per il Senato, escludendo i 2 milioni e mezzo di elettori all'estero e le schede per le amministrative).
Il prezzo della stampa, deciso dalla Commissione tariffe del ministero dell'Economia è stato fissato per quest'anno in 26 euro ogni mille schede, per un esborso complessivo da parte dello Stato che supera i tre milioni e mezzo di euro.
Le "rotative" stanno per mettersi in moto e avviare una produzione che, come prevede la legge dovrebbe partire venti giorni prima della data delle elezioni, sotto l'occhio vigile delle forze dell'ordine che presidiano le fortunate tipografie.
lunedì 31 marzo 2008
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3 commenti:
ho deciso! da grande farò il topografo.. ops tipografo!
ma nemmeno un piccolo bando.. proprio nulla?!
ieri l'avete visto report? allucinante..
ma si va, male che vada apriremo una tipografia.
C'è qualcche problema popolare su cui non si riesca ancora a speculare? (e non mi riferisco ai tipografi!)
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