lunedì 19 gennaio 2009

Il C.S.M e le regole di correttezza



Si è tenuta sabato (il 17 gennaio) al C.S.M. una udienza del procedimento a carico, fra gli altri, dei magistrati di Salerno.

Molte cose sono state già dette (cfr da ultimo l’articolo di Felice Lima “Il C.S.M. da garante a carnefice dell’indipendenza dei magistrati”) e molte altre ce ne sono ancora da dire su quello che sta facendo il C.S.M. in quella vicenda. Il C.S.M. che pretende di essere difeso dagli attacchi della politica, perchè dovrebbe essere il garante della nostra indipendenza, mentre, invece, appare con sempre più evidenza un prezioso alleato della politica contro l’indipendenza dei magistrati.

Qui vorremmo intanto riferire di un episodio che appare davvero sintomatico di cosa sta accadendo al C.S.M..

I difensori dei magistrati di Salerno (i colleghi Stefano Racheli e Nicola Saracino) hanno chiesto che l’udienza fosse pubblica, ritenendo che questo fosse ciò che la legge prescrive e considerando, peraltro, questo uno strumento di controllo democratico su ciò che fa il C.S.M..

L’istanza con la sua motivazione può essere letta a questo link.

Il C.S.M. ha rigettato questa istanza.

Dunque, per decisione della Sezione Disciplinare l’udienza di sabato è stata trattata come “non pubblica”.

E’ accaduto, però, che, con cadenza di una certa regolarità (ogni tot decine di minuti), una persona usciva dal C.S.M. in piazza Indipendenza e raccontava ai giornalisti che lo attendevano in strada ciò che accadeva all’interno.

Di questo fatto sono prova le testimonianze di alcuni lettori di questo blog (persone, ovviamente, con nome e cognome) che stavano fuori e hanno sentito la gran parte di ciò che la persona in questione diceva ai giornalisti e il fatto che durante tutta la giornata di ieri sono usciti lanci delle varie agenzie di stampa che riferivano - in tempo reale - notizie che potevano essere note solo a chi fosse dentro il C.S.M..

Dunque, divieto di pubblicità dell’udienza, così che le notizie non erano quelle oggettive che si sarebbero avute con la pubblicità dell’udienza, ma quelle che poi sono filtrate con il metodo delle “veline” ai giornalisti in piazza.

Questo accade al C.S.M.!

E si aggiunge alla prof. Vacca che anticipa i giudizi a reti unificate e al Vicepresidente Mancino che viola illecitamente il segreto della camera di consiglio, comunicando a tutti i giornalisti che la sentenza contro Luigi De Magistris è stata decisa all’unanimità.

Per evitare che i consiglieri del C.S.M. possano avere alibi per non adottare i provvedimenti doverosi a fronte di ciò che abbiamo appena riferito, riportiamo qui sopra la fotografia della persona che usciva dal C.S.M. a informare i giornalisti, persona che pare si chiamasse “Guido”, ma che, in ogni caso, qualunque componente del C.S.M. potrà identificare nella foto qui sopra (cliccando sulla foto, se ne aprirà una versione molto ingrandita).

Il collega Racheli ha formalizzato nell’udienza odierna dinanzi al C.S.M. la denuncia di questo fatto. Ove i Consiglieri del C.S.M. intendessero fare qualcosa con riferimento a quanto accaduto, daremo immediatamente loro i nomi dei testimoni del fatto.

Frattanto, a riprova di “chi fa il gioco di chi”, sulla vicenda di Salerno vige la più rigorosa censura di stampa.

Nessun giornale ha dato la notizia della conferma del decreto di Salerno da parte del Tribunale del riesame. Nessun giornale, ovviamente, riferisce in termini di una qualche verosimiglianza e correttezza quanto accaduto nelle udienze dinanzi al C.S.M., raccontate ad uso del potere.


da Toghe.blogspot

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