giovedì 22 novembre 2007

La "beat generation"o "generazione in attesa"...

Jack Kerouac scrittore americano nato nel 1922, è il portavoce e interprete della "beat generation", eroe e simbolo di un modo di vita nato nel vuoto e immobile nel tempo. Nello scuro colore del conformismo di massa, che tutto circonda e che intorno avvolge, nasce la "generazione in attesa" alla ricerca di individualismo e libertà personale; si tratta di una gioventù bruciata, disperata e inqieta, indifferente ad ogni sistema morale o sociale precostituito. I giovani americani della "beat generation" portano sul volto l'ombra del pasato che ritorna, sono i giovani del dopo guerra, eccentrici interpreti di uno strano ritmo, girano l'america in autostop, bevono molto e fumano marijuana, ma soprattutto ascoltano e diventano jazz. Hanno perso il punto di contatto tra la vita sulla terra e la vita dopo la morte e sono lontani sia da ciò che è bene sia da ciò che è male; la loro scelta ideologica non basta più a giustificare un credo politico troppo spesso reo di massacri e corruzzioni, ma ciò che più scuote il baratro della loro esistenza è il conformismo, assassino in una società di massa affogata nel nulla, custode del silenzio nel quale annegano incompresi; questi sono i giovani della "beat generation", invincibili e vinti.
"A questa dilagante massa di ragazzi reticenti e scontrosi, tristi e freddi, avidi di affetto e in perpetua ricerca di una ragion d'essere, staccati senza speranza da "anziani" incomprensibili e che non li capiscono, aggrappati come a una fede a un ideale di vita intenso e libero da qualsiasi pregiudizio o sovrastruttura, appartengono gli scrittori della beat generation."
La loro produzione non si estende a un programma da realizzare, ma vuole piùttusto definirsi come la testimonianza del loro bisogno di uscire da un vuoto che non ha appigli, vuole vincere lo sgomento e la paura. La scrittura beat si è persa da qulche parte, sulle orme dei suoi grandi maestri, dei poeti maledetti, insegue ancora ansie mistiche e spiritualistiche, con un ordine forse osceno ed immorale ma che come un comando ha illuminato la strada di milioni di giovani americani.
Lo scrittore più importante è senza dubbio Jack Kerouac, la sua storia è una strada,"il resto è tempo che passa, voglia di vagabondare e bisogno di guardare"; una volta disse: "Devo scegliere tra questa roba e i camions delle strade. Credo che sceglierò i camions, dove non dovrò spiegare niente e dove non c'è niente di spiegato, ma ci sono soltanto cose reali". E' così che è cominciato il suo viaggio, la sua vita, zaino in spalla monoscritti alla mano e giù, per le highways americane, trasportato da passeggeri distratti, da uomini rimasti soli nel sonno della loro vita. molti critici videro in questo vagabondare, bere e drogarsi soltanto una fuga, ma bisogna andre oltre per vedere davvero, bisogna andare oltre la droga e l'alcolismo e forse allora ci si renderà conto che non si trattava soltanto di una fuga distratta, ma della ricerca di una realtà trascendente che potesse dare una risposta ad una realtà terrena ormai spacciata. Tutti gli scrittori beat credono in Dio e nella vita, "anche se a volte possono riuscire sconcertanti come kerouac che rispose al giornalista che gli chiedeva a chi si rivolgesse nelle sue preghiere: "Prego il mio fratellino morto, mio padre, Budda, Gesù Cristo, e la Vergine Maria", soggiungendo poi: " Prego queste cinque persone" ". Droga , alcol, promiscuità sessuale e jazz sono soltanto mezzi per raggiungere una libertà individuale che permetta loro di sttrarsi a una vita collettiva, passiva e rinunciataria. "In una recente intervista alla televisione, alla domanda: " Si è detto che la beat generation è una generazione alla ricerca di qualcosa. Che cosa state cercando?". Kerouac rispose: " Dio. Voglio che Dio mi mostri il suo volto" " . La beat generation, un segno sulla sabbia che l'acqua non cancella.

6 commenti:

Fabri ha detto...

Nooooooo...
ATTENZIONE ATTENZIONE
Otta ha scritto il suo secondo intervento YUPPPPIII

Grande Otta!

Popanzio ha detto...

Una parola sola: Bellissimo. Mi hai incantato. ti giuro. Continua così Otta! una cosa però se puoi mettere qualche titolo di libri da leggere della beat..

DA LEGGERE E RILEGGERE!

Anna ha detto...

nel 2008 sifesteggiano i 40 anni dal '68! io l'ho vissuto a padova dove studiavo. Keruac era il nostro mito, il sogno di girare l'America con l'autostop, come lui raccontava magnificamente. Quelli del '50, come me, hanno avuto un grande privilegio e fortuna di vivere direttamente quel periodo...ciao Anna
PS: si ragiona con la pancia, ma che ci sta a fare la testa?

KciN ha detto...

Mi è venuta voglia di saperne di più!

D'altronde, se autori come, tra i tanti, Bob Dylan hanno presino cambiato il loro stile musicale dopo aver conosciuto questa corrente, un motivo ci deve essere!
E' il fulcro del Rock post metà anni 60!

OT: Anna, questo è un blog "a più mani"(non sono io l' autore di questo bel post)!


Avrò a breve modo di farti capire cosa intendevo in quel commento!

ottavio ha detto...

se volete sapere di più circa la beat generation, o provarea rispondere a qualche vostro perché, leggete "On the road" di jack Kerouac, è un libro molto bello grazie al quale ho scoperto la beat generation, un libro che ti proietta tra la polvere delle strade e ti porta sui passi di chi sulla strada ci ha coinvolto un'intera generazione...

Anonimo ha detto...

Libro stupendo che tu,caro Ottavio, hai scoperto grazie alla sottoscritta che te l ha fatto comprare..detto questo(un po'di autocelebrazione ci stava) non mi resta che trascrivere una delle più belle descrizioni di paesaggio che io personalmente abbia mai letto,ed è tratta appunto da On the road.
"...UN CREPUSCOLO VINOSO,UN CREPUSCOLO COLOR PORPORA SOPRA I GIARDINI DI MANDARINI ED I LUNGHI CAMPI DI MELONI.IL SOLE ERA DEL COLOR DELL'UVA SPREMUTA, CON SQUARCI DI ROSSO BORGOGNA,I CAMPI COLOR DELL'AMORE E DEI MISTERI DI SPAGNA!"
Dalla prima volta che ho letto questo passaggio sono rimasta incantata.
Questo è un libro,secondo me, nel quale si passa con estrema leggerezza e raffinatezza dalla scrittura alla pittura ,alla musica. La MUSICA COLORA le esistenze opache di una gioventù in attesa..forse davvero in attesa di un pittore che dia una collocazione "visiva,tangibile,CERTA"(attraverso l'uso dei colori che demarchino e caratterizzino gli oggetti/soggetti) nel quadro confuso che è la vita.
Se non capite cosa volevo dire................................................leggete il libro,anzi,leggetelo a prescindere.Merita.
SILVIA