sabato 28 giugno 2008

il tempo è galantuomo, atto II

Intervista a Clementina Forleo
Di Giuseppe Guastella

È da poco terminata la seduta della commissione disciplinare del Csm. Clementina Forleo è stata assolta e il vice presidente Nicola Mancino ha rimarcato l’autonomia del Csm.

Dottoressa Forleo, contenta?

«Questa prima decisione mi rasserena e mi ripaga di tante amarezze e affanni di questo ultimo anno, da quando da ottimo magistrato sono diventato un cattivo magistrato ».

Il primo procedimento finisce bene.

«Partiva tutto da qui, quantomeno cronologicamente. Da questo procedimento sono venuti a cascata anche gli atri due in una successione immediata. Ho dovuto lottare, ma considero questa non tanto una vittoria mia personale, quanto una vittoria della giustizia».

Cosa glielo fa pensare?

«È stato ribadito il principio dell’uguaglianza di tutti di fronte alla legge. Un principio per cui continuerò a lottare. Costi quel che costi».

I procedimenti di fronte al Csm che la riguardano sono diventati motivo di scontro politico. Crede che questo abbia influito su di essi?

«Non faccio nessuna valutazione di ordine politico».

Parliamo dell’assoluzione, è stata assolta. Come la interpreta?

«Era la prima volta che si contestava l’abnormità di un provvedimento che, come ha spiegato bene il mio difensore Maurizio Laudi, conteneva commenti proporzionati alla importanza della vicenda. Il dottor Laudi ha dimostrato in modo brillante come quelle telefonate fossero tutt’altro che penalmente irrilevanti, così come i ruoli di D’Alema e Latorre, che all’epoca parlarono di spazzatura e di suk arabo senza che nessuno intervenisse in mia tutela. Il mio giudizio era appropriato. D’altronde i fatti giudiziari che sono seguiti, come la richiesta di utilizzo delle intercettazioni presentata dalla Procura di Milano al Parlamento europeo, confermano le mie considerazioni».

Ora ci sono altri due procedimenti da affrontare.

«Ho sempre avuto fiducia nella giustizia. Averne, prima o poi paga. Certo, se si ha l’onestà e la dignità per andare avanti senza cedere dinanzi a nulla, la verità viene sempre fuori. E siccome il tempo è galantuomo, spero che anche il pm Luigi de Magistris abbia giustizia».

Come mai in questo momento pensa proprio a lui?

«Abbiamo storie diverse ma un comune destino».

Quale destino?

«Credo che lo abbiano capito ormai tutti. Abbiamo entrambi toccato i poteri forti e stiamo pagando per questo».

Come si sente ora?


«Rincuorata. La decisione della commissione mi ha dato più coraggio. Torno a lavorare come sempre nel mio ufficio».

L’accusano di fare la vittima e di mancare di equilibrio.

«Si da il caso che stia trovando riscontri investigativi quanto da me doverosamente denunciato alle autorità competenti, e non certo ai media, a supporto di numerose lettere minatorie e di un proiettile che ho ricevuto ».

1 commento:

Anonimo ha detto...

bisogna però aspettare altri due procedimenti, ma va bene così