lunedì 2 giugno 2008
Il piave dello stato di diritto
Il processo spartacus giungerà al suo epilogo tra pochi giorni.
La questione rifiuti è sotto l' occhio di tutti e tra poco in Campania arriverà l' esercito.
I Magistrati continuano a lavorare senza sosta e i pentiti sono in aumento.
In questa situazione, i Clan dei casalesi cambiano marcia e giocano le loro carte: Sangue e terrore.
«Da un mese - afferma D'Avanzo - i "Casalesi" stanno facendo, con il fuoco, terra bruciata tra chi ha voltato loro le spalle scegliendo di collaborare con lo Stato. Il 2 maggio a Castelvolturno è stato ucciso Umberto Bidognetti, colpevole di essere il padre del "pentito" Domenico. Il 16 maggio, ancora due morti. Un altro "testimone di giustizia", Domenico Naddeo, 65 anni, è stato ucciso con ferocia a Baia Verde di Castelvolturno.
Nello stesso giorno è caduto sotto i colpi dei killer l'imprenditore Domenico Noviello che, nel 2001, aveva trovato il coraggio di denunciare gli autori di un'estorsione ai danni della sua azienda».
Nella terra che stuprano da più di mezzo secolo senza vergogna, "I casalesi alzano il tiro".
Dopo il fallito agguato all'ex «lady camorra», che in un'intervista tv aveva chiesto all'ex marito, il "capo storico" dei Casalesi, Francesco Bidognetti, di pentirsi, la Camorra colpisce uno dei più importanti testimoni di (eco)mafia di questi ultimi tempi, che stava raccontando alla magistratura le mappe di questa geografia criminale (Aveva già testimoniato, nei mesi scorsi, al processo sullo smaltimento dei rifiuti [imputati alcuni imprenditori]; giovedì avrebbe dovuto deporre dinanzi al giudice per le indagini preliminari in un altro processo per la gestione dello smaltimento dei rifiuti, dov'era imputato con altri imprenditori; con un subcommissario di Guido Bertolaso; con Mario Landolfi, ex presidente della Commissione di Vigilanza Rai, accusato di corruzione aggravata di avere favorito "l'organizzazione").
Il perché questa esecuzione (eseguita in mezzo alla strada, due colpi al torace e uno alla testa) sia sintomatica di una svolta ce lo spiega Roberto Saviano:
"Con questo delitto la camorra dimostra di avere paura non solo delle eventuali condanne, ma anche della tensione, dell'attenzione che un processo così importante può attirare, dell'indignazione che può suscitare. La strategia che i clan stanno portando avanti da settimane è quella di colpire chiunque abbia deciso di parlare. Un modo per colpire il futuro attraverso operazioni nel presente".
Si sentono attaccati nei loro affari, per di più sentono l' attenzione dei media (che tuttavia "inspiegabilmente" MAI hanno parlato del processo spartacus, probabilmente troppo occupati a seguire le vicende della varie Franzoni et simili) e la tensione della società civile.
È una fragilità che oggi rende i "Casalesi" disperati e quindi più temibili. Prossimi, secondo alcuni investigatori, a fare anche un ulteriore salto di qualità "stragista" o a colpire i magistrati più esposti in questa battaglia.
"Casa nostra", come ci piace chiamarla quando ci rivolgiamo contro qualche povero emarginato, sta bruciando e crollando al suolo.
Se veramente ci teniamo e se ci rimane un briciolo di amor proprio, per noi e per il nostro ed altrui futuro, non possiamo distogliere lo sguardo e andare oltre.Questa volta non c'è niente ad attenderci qualche metro più avanti.
Una nuova Strage di Capaci, oggi, significherebbe il collasso definitivo del nostro stato di diritto.
Dimostrerebbe l' impotenza dello Stato, la collusione della imprenditoria del Nord, la criminosa ignavia della stampa e la sottomissione della società civile.
Ultimamente, l' esecutivo di Centro Destra fa una gran mostra (ad oggi soltanto sui titoli dei quotidiani) dei muscoli.Minaccia, approva d' urgenza misure contro gli stranieri senza fissa dimora, elabora ed emana provvedimenti palesemente incostituzionali "per la sicurezza" ,manda pure l' esercito a presidiare discariche.
Ebbene, se si vuole usare la forza ed estirpare il seme della criminalità (e quindi della insicurezza, sfiducia ed instabilità) dal nostro paese, il governo «sarà più credibile se quella forza la userà anche - e senza risparmio, con più uomini e più risorse - contro questo clan mafioso. A cominciare dalla "caccia" senza quartiere a Michele Zagaria e Antonio Iovine, gli uomini della diarchia che, come ha spiegato Roberto Saviano, reggono oggi le sorti e gli affari dell'organizzazione. Sono latitanti da dieci anni. È giunto il tempo che la loro fuga finisca».
E ricordiamoci: senza l' impegno di ognuno non ce la faremo mai.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
6 commenti:
stamani mentre con gli occhi leggevo "la casta" e con le orecchie sentivo la radio, mi è parso di sentire che gli avevano tolto la scorta, può darsi? dato che era un pentito molto importante (e pericoloso per molti politiici), non sarà stata una mossa fatta ad hoc
bah!
No la scorta non gli è stata tolta, proprio non gli è stata mai data!
Tutto questo nonostante svariate richieste dell avvocato e numerose minacce, non ultima due fucilate alle spalle dei figli che rientravano da scuola, che sono andate a colpire il portone di casa.
Nonostante tutto comunque, non so se sia corretto parlare di mossa fatta ad hoc..Aspettiamo i dooversoi (ed imprescindibili) sviluppi della vicenda..
Partita l' indagine sulla mancata concessione della scorta
http://www.corriere.it/cronache/08_giugno_03/pentito_ucciso_scorta_negata_c5e240e4-3131-11dd-a85a-00144f02aabc.shtml
allora avevo capito male.. qualche parola però l'avevo azzeccata ;)
Eh, il governo ha intenzione di usare la forza nei confronti del clan mafioso: infatti impiegherà tutta la forza lavoro possibile per costruire il ponte sullo Stretto ed agevolare le comunicazioni tra famigghie!
Ciao Nick ;)
Posta un commento