Uno scempio. E' l'unica cosa che mi viene da dire osservando questo "spettacolo" che ci sta offrendo il nostro caro Presidente del Consiglio dei Ministri.
Ieri leggevo un articolo su "La Repubblica" di Eugenio Scalfari, uno dei pochi giornalisti che ancora riescono ad analizzare lucidamente la situazione, quantomeno anomala, del nostro Paese.
Egli giustamente ci ricorda che nel lontano 1972, due giornalisti del Washington Post misero in atto un'inchiesta sui comportamenti dell'allora Presidente degli Stati Uniti d'America Nixon, l'uomo più "potente del mondo". Questa inchiesta era fondata sul sospetto che il Presidente ed il suo entourage di collaboratori avessero spiato i loro avversari del Partito democratico. Tutto questo durò oltre due anni con una serie infinita di articoli arricchiti da testimonianze. Ci furono molti tentativi da parte del Presidente e dei suoi uomini di intimidire l'editrice, senza però ottenere alcun successo. Due anni dopo Nixon fu praticamente costretto a dimettersi, per evitare l'imminente e ormai inevitabile messa in stato d'accusa da parte del Congresso.
Sempre Scalfari ci ricorda che nel 1998, cioè ventiquattro anni dopo la vicenda di "Watergate", scoppiò lo scandalo "Sexygate", che coinvolse il Presidente Bill Clinton e la sua presunta amante Monica Lewinsky. Il reato non era neanche reato, ma riguardava la pratica di sesso orale effettuato nella stanza ovale dal Presidente democratico. Fu uno scandalo che occupò per molti mesi copertine di giornali e telegiornali. La vita privata di Clinton e la sua vita sessuale furono raccontate nei minimi dettagli. Quando finì il suo mandato, venne eletto con larga maggioranza il repubblicano Bush.
Nonostante tutto, però, nessuno in America propose restrizioni alla libertà di stampa. Non venne varata alcuna legge che ponesse dei limiti ulteriori alla stampa essendo che, per gli americani, la vita privata e quella pubblica dei politici sono sempre state sotto il controllo dei media senza alcuna restrizione, se non nei casi già previsti dalla legge.
Per rimanere un pò più vicini a noi abbiamo un altro esempio calzante: Giulio Andreotti. Quest'uomo è stato sette volte Presidente del Consiglio ed è stato accusato dai giornali e dai tribunali di ogni genere di nefandezze. Recentemente è stato girato e prodotto un film su di lui: "Il divo" di Sorrentino. In questo film, nonostante non si sveli l'enigma della figura di Andreotti, viene data una chiave di lettura colpevolista del soggetto in questione. Andreotti, però, non ha querelato gli autori del film. Non solo: è stato spesso coinvolto e condannato in processi gravissimi in primo grado; successivamente le sue pene sono state ridotte o cancellate in appello e definitivamente annullate in Cassazione. Lui non si è mai sottratto ai processi, anzi, li ha sempre affrontati. Niente a che vedere con Ghedini, l'avvocato difensore di Berlusconi e redattore delle leggi ad personam in favore del Cavaliere stesso.
Come si può ben capire, c'è una differenza abissale tra i casi ricordati di Clinton, Nixon e Andreotti, rispetto alla situazione che si è venuta a creare con Silvio Berlusconi. Questa differenza è dovuta non solo alle caratteristiche di questi quattro personaggi, ma anche al conformismo della stampa italiana rispetto a quella americana, l'"imbambolamento" della nostra opinione pubblica rispetto a quella di oltreoceano e poi è dovuta soprattutto all'incapacità dei parlamentari del centrodestra di distinguere il ruolo di membri del potere legislativo dalle "follie" di un Presidente del Consiglio, che cerca di affrancarsi da ogni controllo istituzionale, giudiziario, politico, ed infine mediatico.
Purtroppo questa sorta di teatrino non accenna a dare cenni di cedimento, anzi. Però i problemi in Italia sembrano altri: i processi di Berlusconi con Ghedini che gli fa da spalla, i militari da sostenere e mandare in strada con La Russa che fa la voce grossa o, addirittura, la schedatura dei "rom" con Maroni che fa la parte dello sceriffo. Tutto questo in nome di una maggiore sicurezza.
Ma fatemi il piacere!!!
Per concludere voglio riportare la fine del famoso articolo di Scalfari che chiude scrivendo: "Ha ragione quel genio di Altan sull'ultimo numero dell'Espresso: una donnina con le labbra rosse e gli occhi pensierosi dice: " Ho paura ma non so di che cosa". Ecco, gli Italiani li avete ridotti così".
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8 commenti:
Sono resuscitato dopo un periodo di lunga malattia che ancora fatica a volersene andare...cmq spero di poter ritornare ad essere di aiuto...
hai proprio ragione
Sì concordo la gente si è imbambolata..
Per a vere maggiore sicurezza forse potremmo spedire tutta la casta su Plutone, che ne dici?
Beh non sarebbe proprio una bruttissima idea...ci possiamo provare!!!
perchè rovinare l'universo???
:D
Che ritorno!!
Grande articolo!
QUoto al 100%!
Come si dice dalle mie parti: "Un pò per uno in collo a mamma!!".
Ce lo siamo "puppato" noi per un bel pò, ora lasciamolo qualche tempo anche agli altri...semplice spirito di condivisione...
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