sabato 1 dicembre 2007

Della Serie... I Savoia Insegnano...


Dopo la messa in onda della serie “Il capo dei capi”, sulla storia di Totò Riina, la moglie è furente. E ha chiesto agli avvocati di presentare una richiesta di risarcimento danni (tanto ormai è di moda e lo chiedono tutti) per «lesione dell'immagine». Ma badate bene, l’immagine lesa, è la sua, non quella del boss (nonché marito). Il boss, al contrario della moglie, ha fatto sapere, attraverso il suo avvocato, di aver gradito la fiction su se stesso e di essersi commosso davanti alla tv. Secondo il parere della famiglia, la fiction avrebbe rappresentato, una chiara lesione all'immagine dei parenti stretti del boss, arrestato nel gennaio del '93 dopo decenni di latitanza.

Nella terza delle sei puntate dello sceneggiato venne rappresentata l'udienza in cui, nel 1974, fu discussa la proposta di misura di prevenzione contro Ninetta Bagarella, allora fidanzata di Riina. In quel contesto fu inserita, nella finzione cinematografica, una situazione del tutto inventata, e cioè il sequestro della moglie e del figlio piccolo del poliziotto (anch'esso immaginario) Biagio Schirò: il rapimento fu rappresentato quasi come una contropartita per ottenere che la misura di prevenzione chiesta nei confronti della Bagarella venisse respinta. Cosa che poi effettivamente avvenne anche nella realtà, ma per motivi diversi da quelli della fiction. «La situazione rappresentata, è gravissima e lesiva dell'immagine della signora. Ma soprattutto non è vera» sono le parole dell’avvocato della moglie.

Autori e produttori della fiction si vedranno così recapitare una citazione in giudizio da Ninetta Bagarella, la moglie del «capo dei capi» protagonista del loro lavoro. Nel caso del «Capo dei capi» la rincorsa al potere è durata 50 anni, contrassegnati da una ferocia che la vecchia mafia non aveva mai mostrato. «Il signor Riina - ha detto l'avvocato - avendo avuto modo di seguire la fiction, ha commentato positivamente la figura. Sicuramente ha apprezzato l'impegno che l'attore ha messo nel raffigurare la sua vita, le storie processuali che sono state narrate in questa fiction». E l'avvocato è arrivato persino a rivelare che in alcuni frangenti, gli occhi gli brillavano: «Diciamo che era evidente che avesse ripercorso, in occasione della messa in onda, parte della sua vita. Ha visto la tv appassionatamente... Se questo è il punto, sì! Lo ha visto volentieri questo sceneggiato. Dell'attore che lo interpreta ha detto che è stato molto bravo: è stato portentoso».

(fonte: Il corriere)


Eh si, della serie... I Savoia insegnano...

1 commento:

Bobbe Mallei ha detto...

Totò Riina, detto 'u curtu, che si è macchiato di decine di delitti nella sua vita, che si commuove davanti ad un televisore, è un'immagine davvero impensabile...per immaginarla serve davvero una fantasia eccezionale.
Sul fatto della moglie non mi esprimo perchè la fiction nn l'ho vista. Credo, però, che abbia un pò esagerato, anche perchè nn l'ho sposato io uno dei capi più sanguinari di Cosa Nostra...