venerdì 29 febbraio 2008

Tanta Fatica E Poi... Ma La Lotta Continua

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La Cassazione scarcera il figlio di Totò Riina, Giuseppe Salvatore, terzogenito del boss, in cella dal 2002 per associzione mafiosa e estorsione. Appartenente a Cosa Nostra come il padre, è stato scarcerato dopo la decisione della Suprema Corte per scadenza dei termini! Il ministro Scotti (nuovo ministro della Giusitzia, dopo le dimissioni del ceppalonico Mastella)chiede chiarimenti, sconcertato da questa scarcerazione
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La Corte di Cassazione ha disposto la scarcerazione, per scadenza dei termini, di Giuseppe Salvatore Riina, 27enne figlio terzogenito del boss di Corleone Totò Riina, detenuto al 41 bis nel carcere di Sulmona. Riina jr, in cella dal 2002, ha lasciato il carcere ieri pomeriggio Ai cronisti che lo attendevano il giovane ha detto, sorridendo, di non avere «nulla da dichiarare» (O_o).
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Riina jr fu accusato di associazione mafiosa ed estorsione e condannato in primo grado a 14 anni e 6 mesi. In appello la pena era stata ridotta a 11 anni e 8 mesi. La Corte di Cassazione, però, aveva annullato senza rinvio la condanna per estorsione e con rinvio quella per associazione mafiosa. Il processo era tornato davanti ad un'altra sezione della Corte d'Appello di Palermo che aveva condannato nuovamente Riina per l'associazione mafiosa a 8 anni e 10 mesi.
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I legali, intanto, avevano fatto ricorso al tribunale del Riesame di Palermo contro la custodia cautelare in carcere del figlio del capomafia di Corleone, sostenendo che nel frattempo erano decorsi i termini di carcerazione. I giudici della libertà l'avevano respinto. I difensori si sono rivolti a questo punto alla Cassazione «che ha annullato la misura senza rinvio, disponendo la liberazione immediata di Riina».
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La scarcerazione di Riina jr però è destinata a far discutere. Il ministro della Giustizia, Luigi Scotti, ha chiesto di ricevere «con la massima urgenza, le necessarie informazioni». Nel sottolineare «la gravità dei reati contestati a Riina e l'allarme sociale che ne deriva», il Guardasigilli ha scritto personalmente al presidente e al procuratore generale della Corte d'Appello di Palermo, «per conoscere i tempi delle singole cadenze processuali e del passaggio dei fascicoli da un grado di giudizio all'altro e per sapere se si siano verificati eventuali ritardi o disfunzioni nella gestione dell'iter del procedimento».
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«Profondamente amareggiato» in seguito alla scarcerazione del figlio del boss si è detto il ministro dell'Interno Amato. «L'episodio è grave ma voglio assicurare che le forze dell'ordine non si scoraggeranno per questo e proseguiranno l'offensiva che sta portando grandi successi nella lotta alla mafia», infatti per questo Amato si è subito messo in contatto con il Capo della Polizia Antonio Manganelli. «Il figlio di Riina sappia che, se deciderà di tornare ad abitare a Corleone, vigileremo sulla sua presenza in paese» ha detto il sindaco di Corleone Antonino Iannazzo. «La notizia della scarcerazione ci allarma moltissimo» è stato il commento del leader del Pd Walter Veltroni.
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Ora, facciamo tanta fatica per catturare tutti questi CRIMINALI, e ce li facciamo "scappare" così?! Per scadenza dei termini?!? NO, QUESTO NO!
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Comunque, ieri Nunzio Di Lauro, figlio del boss Paolo Di Lauro, capo dell’omonimo clan di Secondigliano, è stato arrestato dai carabinieri del comando provinciale di Caserta, in un appartamento ad Ischitella, sul litorale domitio. Nunzio Di Lauro era uno dei due figli del boss ancora in libertà. E' rimasto solo Marco Di Lauro in libertà.
Nunzio Di Lauro, 23 anni, si trovava a Ischitella con la moglie e il figlio di 4 anni. Era ricercato per associazione camorristica e per omicidio per aver massacrato uccidendo di botte un pensionato, prima di passargli sul corpo con il motorino.
Nunzio reggeva il clan dopo l'arresto dei fratelli Cosimo e Vincenzo Di Lauro, e soprattutto dopo l'arresto del padre Paolo Di Lauro, «Ciruzzo 'o milionario», avvenuto nel settembre 2005. .
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Sono sempre meno, siamo sempre PIU' FORTI. Stiamo ripulendo l'Italia da questa feccia, CONTINUIAMO A LOTTARE E A CREDERE IN QUESTA BATTAGLIA!
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(Fonte: Il Corriere)

3 commenti:

Franca ha detto...

I ritardi e la mancanza di certezza della pena sono mali atavici della giustizia italiana...

Beca ha detto...

ero venuto qua per vedere se vi era giunta la notizia alle orecchie, e vedo che mi avete anticipato. uno schifo.

Beca ha detto...

meme per voi sul mio blog! ;)